Come tutto è cominciato


Il dottor Costantini e il suo team cominciarono a usare la tiamina ad alto dosaggio per via intramuscolare in due condizioni caratterizzate dalla fatica come sintomo chiave e che condividono sintomi simili alla carenza di tiamina: colite ulcerosa (2010) e sclerosi multipla (2011). La risposta al trattamento non solo ebbe un effetto benefico sulla fatica ma portò inaspettatamente anche ad un miglioramento di altri sintomi. Dal momento che i livelli di tiamina nel sangue erano normali, gli autori conclusero che il meccanismo attraverso il quale la tiamina funzionava non era quello rivolto a migliorare uno stato di carenza.

Alla luce di queste osservazioni il team spostò l’attenzione alle malattie neurodegenerative in cui la fatica era un sintomo importante, per verificare l’ipotesi se la patogenesi della fatica nelle malattie neurodegenerative fosse simile e rispondesse ad un alto dosaggio di tiamina. Iniziò con l’atassia spinocerebellare di tipo 2 (2013). Ancora una volta, non solo la fatica ma anche altri sintomi migliorarono. Alla luce di questi risultati, il team del Dott. Costantini si chiese se il meccanismo attraverso il quale agiva la tiamina prendesse di mira le malattie stesse.

Nel 2013, il team testò infine questa ipotesi nella Malattia di Parkinson (MP), poiché notò come la malattia di Parkinson ereditaria condividesse caratteristiche genetiche comuni con la sclerosi multipla.

I notevoli risultati ottenuti nella malattia di Parkinson sono brevemente descritti in “Studi sulla vitamina B1 ad alto dosaggio nella malattia di Parkinson” in questa sezione.

Fu l'inizio di una vasta esperienza pratica clinica caratterizzata dalla somministrazione di alto dosaggio di tiamina a circa 3.000 persone affette da malattia di Parkinson (PcP), che documentò un significativo miglioramento dei sintomi senza segnalazioni di reazioni avverse nella maggior parte dei casi. La dose di tiamina doveva essere titolata per ciascun paziente per trovare la dose giusta che fosse allo stesso tempo efficace e non causasse sintomi di sovradosaggio.

Autore del testo: Sergio Pièche

Pagina aggiornata - 24/04/23

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