Più recentemente, ci sono state molte segnalazioni aneddotiche sull'uso della via sublinguale nella terapia con vitamina B1. In linea di principio, la via sublinguale offre alcuni vantaggi rispetto alla via orale, simili a quelli della via intramuscolare. Infatti, l'assorbimento dei farmaci sviluppati per la via sublinguale è molto rapido e si raggiungono livelli nel circolo sanguigno più elevati rispetto alla via orale, per cui sono necessarie dosi inferiori. Ciò è dovuto al fatto che si evita il metabolismo di primo passaggio da parte del fegato, così come i problemi legati al tratto gastrointestinale, che sono molto comuni nelle PcP. In queste autovalutazioni informali è stata utilizzata una formulazione contenente vitamina B1 mononitrato. Non sono stati effettuati fino ad oggi studi clinici sull’utilizzo della tiamina per via sublinguale.
Più recentemente è diventata disponibile un'altra formulazione sublinguale, contenente cocarbossilasi. La cocarbossilasi è la tiamina pirofosfato (TPP), ovvero la forma attiva della tiamina. Quando si assume la tiamina per via orale, questa viene convertita a livello intracellulare in TPP, la sua forma attiva. Secondo i produttori, i prodotti a base di cocarbossilasi, sebbene forniscano meno tiamina (ad esempio 16 mg di tiamina da 25 mg di cocarbossilasi in alcuni prodotti), avrebbero il vantaggio di fornire la forma attiva della tiamina come tale. Ad oggi non esiste esperienza clinica (RCT) sull’uso, l’efficacia e la sicurezza della cocarbossilasi sublinguale nella malattia di Parkinson.